Programmazione Cinema KAPPADUE
81° Mostra del Cinema di Venezia - Gran Premio della Giuria
candidato alla selezione per il Premio Oscar come miglior film internazionale
Programmazione:
In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo.
Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura.
Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute.
In quattro stagioni si può morire e rinascere.
Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
“Mio padre ci ha lasciati un pomeriggio d’estate. Prima di chiuderli per sempre, ci ha guardati con occhi grandi e stupiti di bambino. L’avevo già sentito che da anziani si torna un po’ fanciulli, ma non sapevo che quelle due età potessero fondersi in un unico viso. Nei mesi a seguire è venuto a trovarmi in sogno. Era tornato nella casa della sua infanzia, a Vermiglio. Aveva sei anni e due gambette da stambecco, mi sorrideva sdentato, portava questo film sotto il braccio: quattro stagioni nella vita della sua grande famiglia. Una storia di bambini e di adulti, tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti nelle curve della vita, e da collettività farsi individui. Di odore di legna e latte caldo nelle mattine gelate. Con la guerra lontana e sempre presente, vissuta da chi è rimasto fuori dalla grande macchina: le madri che hanno guardato il mondo da una cucina, con i neonati morti per le coperte troppo corte, le donne che si sono temute vedove, i contadini che hanno aspettato figli mai tornati, i maestri e i preti che hanno sostituito i padri. Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo.
Vermiglio è un paesaggio dell’anima, un “lessico famigliare” che vive dentro di me, sulla soglia dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre, la sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo personale, vuole omaggiare una memoria collettiva.”
77° Festival di Cannes - Palma D'Oro per la miglior sceneggiatura
Ingresso riservato ai tesserati Cineforum 2024/25 - 60° Stagione
Premiato al Festival di Cannes per la Migliore Sceneggiatura firmata da Sakamoto Yuji, arriva al cinema dal 22 agosto “L’innocenza” (titolo internazionale Monster) di Kore-eda Hirokazu, regista già premiato a Cannes con la Palma d’Oro per “Un affare di famiglia” e con il Gran Premio della giuria per “Father and son”. A firmare le musiche il Premio Oscar Ryuichi Sakamoto, che con “L’innocenza” ha composto la sua ultima colonna sonora.
Sinossi: Minato, che ha 11 anni e vive con sua mamma vedova, inizia a comportarsi in modo strano e torna da scuola sempre più avvilito. Tutto lascia pensare che il responsabile sia un insegnante, così la madre si precipita a scuola per scoprire cosa sta succedendo. Ma la verità, come spesso accade nei film di Kore’eda, si rivelerà essere un’altra e i fatti sveleranno una profonda e toccante storia di amicizia.
77° Festival di Cannes - selezione ufficiale
Programmazione:
Nota orario con (*):
Donald Trump non ha ancora trent’anni ma è già divorato dal desiderio bruciante di diventare il re dell’immobiliare nella Grande Mela. In un club esclusivo, dove è riuscito ad infilarsi per conoscere gli uomini più in vista della città e cercare di capire come sono diventati miliardari, viene preso d’occhio da Roy Cohn, uno squalo di avvocato celebre per aver mandato alla sedia elettrica i Rosenberg ed essere stato uno dei fautori del maccartismo. Cohn vede nel giovane Trump un suo alter ego ancora da sviluppare, e Trump farà presso l’avvocato quell’apprendistato nell'”arte di fare affari” (che diventerà il titolo dell’autobiografia del 45esimo presidente degli Stati Uniti) basato su alcune regole fondamentali: attaccare sempre, negare tutto, e non ammettere mai una sconfitta. Col tempo il rapporto fra i due si ribalterà e l’allievo supererà il (cattivo) maestro in cinismo e mancanza di scrupoli.
81° Mostra del Cinema di Venezia - selezione ufficiale
Programmazione:
“Da qualche parte in Sicilia”, un padre insegna ai suoi tre figli a sgozzare una pecora: il maggiore non ne ha il coraggio, all’unica femmina non viene permesso, e il più piccolo si rassegna a compiere il gesto brutale, consapevole di non potersi sottrarre al proprio destino.
È in questo incipit che Fabio Grassadonia e Antonio Piazza enucleano la figura di Matteo Messina Denaro, figlio minore del boss Gaetano e capo di Cosa Nostra denominato (fra i tanti soprannomi) “u pupu” – che vuole anche dire il burattino. L’ex sindaco, assessore e consigliere comunale Catello Palumbo invece è soprannominato “il preside”, per sottolineare non solo un suo trascorso come dirigente scolastico, ma anche il suo livello culturale più elevato rispetto al contesto nel quale è cresciuto. Quando Palumbo esce dal carcere, sommerso dai debiti, i Servizi segreti gli fanno un’offerta che non potrà rifiutare: quella di stanare Messina Denaro dalla latitanza e renderne possibile la cattura, attraverso una corrispondenza a base di pizzini. Ma chi è il gatto e chi è il topo resterà da stabilire.
Nel 1935, il maestro Antoni Benaiges accetta l’incarico come insegnante in un piccolo villaggio nella provincia di Burgos, in Spagna. Qui il giovane maestro instaura un intenso legame con i suoi studenti, bambini tra i sei e i dodici anni, ai quali fa una promessa: portarli a vedere il mare per la prima volta nella loro vita. Ma i metodi di insegnamento innovativi del maestro non incontrano il consenso del governo di allora, che inizia una dura opposizione nei confronti dell’insegnante e dei suoi ideali. 75 anni dopo, la nipote di uno di quegli alunni, ricostruisce la meravigliosa storia vera nascosta dietro la promessa del maestro. Una storia di coraggio, dedizione e resistenza che rischiava di rimanere sepolta dalle ombre del regime franchista.
Festa del Cinema di Roma
I tre fratelli David (Ewan McGregor), Gruffudd (Rhys Ifans) e Linda (Lara Flynn Boyle) si ritrovano, convocati tutti e tre dalla madre (Ellen Burstyn), in un grande negozio di mobili in mezzo alla campagna, per scegliere un divano. La scelta sembra cadere su un grande e costoso sofà verde, su cui la madre si siede di getto e da cui si rifiuta di alzarsi, mentre i tre figli cercano in tutti i modi di portarla via da lì. Una commedia con un ritmo incalzante e mai banale, con un grande cast in stato di grazia e perfettamente calato nei personaggi.