Programmazione Cinema FIUME
ANTEPRIMA SPECIALE
lunedì 19 maggio ore 20,30


Programmazione:
Nota orario con (*):
L’ottavo capitolo della celebre saga action che vede ancora una volta protagonista Ethan Hunt (Tom Cruise), l’intramontabile specialista dello spionaggio sempre pronto ad affrontare missioni ad alto rischio. Ethan e il suo team si trovano ad affrontare una nuova e pericolosa minaccia: devono rintracciare due chiavi che sbloccano un potente sistema di intelligenza artificiale, capace di causare disastri a livello mondiale, dai sabotaggi dei circuiti bancari internazionali al caos delle reti elettriche. A sfidarli in questa pericolosa corsa c’è Gabriel (Esai Morales), un misterioso individuo legato al passato di Ethan, anche lui alla ricerca delle chiavi. Una resa dei conti mozzafiato e acrobatica attraverso i continenti che culmina tra un treno in corsa e un aereo in volo. Ma questa battaglia non segna la fine della sfida tra Ethan e Gabriel…
78° Festival di Cannes - concorso


Programmazione:
Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.
THE BIG DREAMER
Omaggio a David Lynch

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Nota orario con (*):
Harry Spencer, strano ometto dall’acconciatura del tutto particolare, è un tipografo solitario piuttosto strambo che abita in un desolato appartamento nei sobborghi di una grande città che sembra essere chissà come sopravvissuta a qualche disastro o a qualche sfavorevole congiuntura economica o più probabilmente a una vera e propria apocalisse. Harry si vede costretto a sposare la fidanzata Mary, rimasta incinta. Quando il figlio nasce, è in sostanza un mostro e le cose, già complicate, si complicano ancora di più. La trama, difficilmente riassumibile e talvolta anche indecifrabile nella sua apparente linearità, è probabilmente l’ultima cosa che conta in questo film, brillante contenitore di suggestioni, macabre inquietudini e acute riflessioni socio-psicologiche che si rincorrono tra loro ogni volta sorprendendo e turbando.
Girato nel corso di alcuni tribolati anni tra difficoltà varie e con un budget ridottissimo – a riprova che non sempre la mancanza di soldi è un limite alla creatività – è un film tuttora emozionante e spiazzante, un horror del tutto sui generis che si risolve in un lungo, unico, lugubre e al tempo stesso anche ironico, incubo a occhi aperti che riflette un’immagine deformata della nostra società post-industriale, tra detriti e palazzi fatiscenti. Un’introduzione migliore non poteva esserci al mondo bizzarro, poetico e suggestivo di David Lynch.


Programmazione:
Maria ama le ostriche, la musica classica e il suo nipotino, che dimostra un talento precoce per il pianoforte. Decisa a farne un pianista ad ogni costo, ha noleggiato un piano verticale e assoldato il maestro migliore di Marsiglia per dargli lezioni private. Ma Maria non ha i mezzi per sostenere queste spese e come la “gazza” di Rossini ruba la vita che luccica e fa la cresta sulla spesa dei suoi clienti, persone anziane di cui si occupa amorevolmente. La devozione la spinge però un po’ troppo lontana, firmando assegni che non potrà restituire. Un accidente scopre il suo gioco ma sotto il sole di L’Estaque qualcuno la ama e la solleva dai guai.
All’estremo nord di Marsiglia, in riva al mare, sorge come un sole il villaggio di L’Estaque, oggi 16° arrondissement della città.
Décor di molti film di Robert Guédiguian, l’autore resta indelebilmente legato alla città di Marsiglia, al suo cast di attori, che invecchiano davanti alla sua macchina da presa, e ai destini del peuple de gauche nell’inverno politico che ha seguito l’effervescenza degli anni ’70.
V.M. 14 anni


Programmazione:
Nota orario con (*):
Rimasto vedovo di Becca da quattro anni, Karsh ha faticosamente trovato il modo di elaborare il lutto, benché in maniera peculiare. Grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari ha fondato una società, GraveTech, che fabbrica sudari speciali, che permettono di riprendere con videocamere i defunti e di farli osservare post mortem ai congiunti attraverso un dispositivo elettronico. Soprattutto Karsh può così osservare Becca in ogni momento, anche da morta. Così facendo, scopre un’anomalia nelle ossa di Becca, come se queste stessero mutando sottoterra. Nel frattempo il cimitero GraveTech dove è sepolta Becca subisce un atto di vandalismo e di hacking informatico, apparentemente riconducibile a un gruppo di ecoterroristi islandesi. Maury, cognato di Karsh, e Terry, sua ex moglie e sorella di Becca, identica a lei tranne per carattere e acconciatura, pensano che siano coinvolti servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech.


Ryusuke Yoshii accumula una piccola fortuna rivendendo in rete, a prezzo maggiorato, merci di varia natura, da borselli a macchinari medici, spesso contraffatte. Per farlo utilizza lo pseudonimo di Ratel, che tra i forum di acquirenti comincia a circolare con una sinistra nomea di truffatore. Il suo mentore, Muraoka, gli propone di investire su una piattaforma di aste online e abbandonare il reselling, ma Yoshii si rifiuta, per dedicarsi totalmente alla profittevole attività di Ratel. Dopo che Yoshii si licenzia dal lavoro regolare in fabbrica e si trasferisce fuori Tokyo per avere più spazio, cominciano a moltiplicarsi episodi minacciosi ai suoi danni, sino ad assumere i contorni di una vera e propria caccia all’uomo.
I tipici ingredienti del cinema di Kurosawa Kiyoshi si adattano così bene alle storture del web e ai risvolti più inquietanti del loro impatto sulla società, che viene quasi da chiedersi come mai il regista giapponese non abbia realizzato prima un film come Cloud. Fin dai primi minuti, in cui i personaggi parlano esclusivamente di denaro e di profitto, calandoci in medias res nella vicenda senza alcun preambolo, il tono adottato chiarisce le finalità del regista di Tokyo Sonata.
Quel che accade intorno a Yoshii simboleggia un fenomeno globale e dolorosamente contemporaneo: l’amplificazione del rancore e la frustrazione di assistere quotidianamente al successo altrui, il sovradimensionamento di drammi privati, trasformati in tragedie. Mali tipici dell’uso (e abuso) dei social network, che Kurosawa tratta allo stesso modo in cui un tempo girava storie di fantasmi o di pandemie da virus.
Maestro del paradosso, Kurosawa esaspera le caratterizzazioni dei personaggi, rendendoli dei simulacri, drenati di ogni energia vitale o residuo di umanità. Come in una ideale invasione degli ultracorpi, in cui questi ultimi – rimasti l’unica specie sul pianeta – sono costretti a scannarsi tra loro. Lo squarcio, aperto sulle singole disgrazie dei “vigilantes”, rivela tragedie familiari e forme di psicosi violenta, determinate da sconfitte e umiliazioni subite


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Provincia Veneta. In una tranquilla notte d’estate, mentre tutti dormono, da un ufficio scompare un tesoro che cade nelle mani sbagliate. L’intero paese è coinvolto, da due cacciatori alcolizzati ad un imprenditore e suo figlio; da due giovani onlyfanser ad un factotum volenteroso della paese. Dalle deserte vie agli argini del fiume Brenta, lunga è la notte e profonde le sue connessioni… E all’alba tutto torna. Un ciclo che parte dal bar di paese e finisce dov’era destinato: alle prime luci dell’alba dentro un bidone della spazzatura.
Una commedia/noir/pulp sorprendente con protagonisti personaggi di provincia in cui tutti noi ci possiamo riconoscere e identificare. Un film italiano-veneto (non a caso la scelta di girarlo tutto in dialetto – con sottotitoli per i foresti) che finalmente riesce nell’impresa di far ridere e di ricondurre lo spettatore all’identificazione con i luoghi, le caratteristiche, la parlata e le abitudini che fecero nel passato il cinema italiano grande comunicatore. La connection non è solo un richiamo agli anni ’70 ma ad un piccolo mondo, la scrittura dello sceneggiatore Silvio Marotta è efficace nel divertissement ma allo stesso tempo fluida e naturale, la regia di Tomassini ottima nell’incalzare delle sequenze che si incastrano nella narrazione.