Programmazione Cinema FIUME
Thriller d'Autore


Programmazione:
Nota orario con (*):
La famiglia di Chris e Blue, figli di una manager in carriera e di un compassato genitore, si trasferisce in una casa in periferia, un edificio ristrutturato che ha almeno un secolo alle spalle. Blue è ancora traumatizzata per la morte di un’amica, mentre Chris mostra scarsa sensibilità nei suoi confronti e cerca di tirar fuori il meglio dalla vita nel nuovo quartiere. Le dinamiche familiari complesse – una madre più affezionata al figlio che alla figlia, dominante verso il marito – si mescolano alla consapevolezza che nella casa si annida una presenza fantasmatica invisibile, dapprima percepita dalla sola Blue ma poi evidente per tutti.
Chi ha paura del film concettuale? Di certo non Steven Soderbergh, che da diverso tempo persegue l’idea di un cinema indipendente che lavori su due livelli: uno di intrattenimento puro, di cui è maestro, che non disdegna incursioni nel genere; e uno che riflette sull’audiovisivo e sulle sue inafferrabili evoluzioni recenti.
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€


Programmazione:
Aya ha quasi trent’anni, vive ancora con i genitori nel sud della Tunisia e ogni giorno viaggia su un minivan per raggiungere l’hotel per turisti in cui lavora come cameriera. Sopravvissuta a un incidente ma creduta morta, Aya trova inaspettatamente l’occasione per fuggire. Raggiunta Tunisi, affronta con coraggio una nuova vita con una nuova identità, ma non riesce in realtà a sfuggire al suo destino: testimone infatti di un caso di cronaca che coinvolge la polizia e mette in luce la corruzione del Paese, Aya dovrà trovare la forza di reagire.
Ispirata da un fatto di cronaca avvenuto dopo la rivoluzione del 2011, la vicenda porta dentro le contraddizioni della nuova società tunisina, finalmente libera dal giogo del dittatore Ben Ali ma ancora immersa in un clima d’oppressione e corruzione.
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€
(dal 13 giugno al 25 settembre)
edizione in dialetto veneto con sottotioli in italiano


Provincia Veneta. In una tranquilla notte d’estate, mentre tutti dormono, da un ufficio scompare un tesoro che cade nelle mani sbagliate. L’intero paese è coinvolto, da due cacciatori alcolizzati ad un imprenditore e suo figlio; da due giovani onlyfanser ad un factotum volenteroso della paese. Dalle deserte vie agli argini del fiume Brenta, lunga è la notte e profonde le sue connessioni… E all’alba tutto torna. Un ciclo che parte dal bar di paese e finisce dov’era destinato: alle prime luci dell’alba dentro un bidone della spazzatura.
Una commedia/noir/pulp sorprendente con protagonisti personaggi di provincia in cui tutti noi ci possiamo riconoscere e identificare. Un film italiano-veneto (non a caso la scelta di girarlo tutto in dialetto – con sottotitoli per i foresti) che finalmente riesce nell’impresa di far ridere e di ricondurre lo spettatore all’identificazione con i luoghi, le caratteristiche, la parlata e le abitudini che fecero nel passato il cinema italiano grande comunicatore. La connection non è solo un richiamo agli anni ’70 ma ad un piccolo mondo, la scrittura dello sceneggiatore Silvio Marotta è efficace nel divertissement ma allo stesso tempo fluida e naturale, la regia di Tomassini ottima nell’incalzare delle sequenze che si incastrano nella narrazione.
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€
Premio Goya - Miglior sceneggiatura


Programmazione:
Nota orario con (*):
Montse è una donna molto sola. Divorziata, con i figli grandi presi ognuno dalle loro vite e una madre avanti con gli anni. Non vedeva l’ora di passare un fine settimana di nuovo con tutta la sua famiglia eccezionalmente riunita, come ai vecchi tempi, nella sua casa al mare sulla Costa Brava, con la scusa di doverla vendere. Ma nulla va come dovrebbe: una scoperta macabra rischia di rovinare tutta la vacanza ancora prima che inizi, e così una serie di catastrofi emotive e sentimentali a ripetizione, compresa una sparizione e un terribile rogo. Ma forse è solo dalle fiamme, e dalle ceneri, che può rinascere il legame di una famiglia.
È un film insieme drammatico e colmo di black humour, Casa in fiamme di Dani de la Orden.
Una dark comedy affilata in cui umorismo e malinconia sono i binari paralleli su cui corre il complesso tema dello sfilacciamento progressivo dei legami familiari, tra nevrosi multiple e condivise. Il tema è approfondito e trattato con intelligenza, attraverso un meccanismo narrativo ad orologeria orchestrato ad arte, fatto di lunghi dialoghi e scene madri (la disperata ricerca in mare, il lancio con il paracadute, il rogo), destinato ad esplodere.
CINEMA REVOLUTION - tutti i film italiani ed europei a 3,50€


Programmazione:
Taina e Pirkko, due sorelle stralunate, vivono alla giornata, con poche idee e poche prospettive, ma con un talento indiscutibile: il loro sahti – la tipica birra artigianale che in Finlandia, per tradizione, accompagna ogni festa, matrimonio o funerale – è spaziale. Quando promettono di prepararne ben 100 litri per un matrimonio in famiglia, si superano e producono il lotto migliore di sempre, un sahti da 10, talmente buono che… finiscono per berselo tutto da sole! Alle prese con gli enormi postumi della sbornia, le due si troveranno coinvolte in una serie di esilaranti disavventure, mentre cercano disperatamente di procurarsi altra birra (con ogni mezzo necessario!), salvare il matrimonio e riconquistare la loro reputazione di migliori birrarie del villaggio.
PREMIO OSCAR - miglior documentario


Masafer Yatta è un agglomerato di venti villaggi al confine sud della Cisgiordania. In questa comunità, che si regge su un’economia di tipo agricolo, alcuni villaggi sono così antichi che conservano ancora alcune grotte, tuttora abitate. Purtroppo, perché le nuove case edificate vengono sistematicamente distrutte dalle ruspe. Il primo ricordo di Basel Adra, che qui è nato nel 1996, è l’arresto di suo padre, mentre protestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, che di quel territorio sostiene di aver diritto di fare zona di addestramento militare. Una violenza che va avanti da decenni, e che Basel e altri hanno iniziato a filmare autonomamente, a rischio della propria vita. Per mostrare al resto del mondo, tramite quelle testimonianze video strazianti e inequivocabili, l’ingiustizia e l’oppressione che continuano a subire. Anche Yuval Abraham, giornalista israeliano e amico di Basel, scrive delle demolizioni, sperando di attirare l’attenzione, dentro e fuori la sua nazione. Ma mentre gli israeliani possono muoversi liberamente, gli abitanti di Masafer Yatta non possono lasciare la Cisgiordania. “Non abbiamo un altro posto dove andare”, dice una vicina di Basel, “soffriamo così perché è la nostra terra”.
Festival di Annecy - miglior film
Cannes77 - selezione ufficiale
PREMIO OSCAR - MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€
(dal 13 giugno al 25 settembre)


Programmazione:
Dopo aver incantato il Festival di Cannes e conquistato quattro premi ad Annecy, Flow è capace come pochi di parlare un linguaggio universale e osannato dalla critica di tutto il mondo, il film diretto dal giovanissimo Gints Zilbalodis è già dato da Variety tra i favoriti nella corsa all’Oscar e sarà presentato in anteprima italiana al festival Alice nella Città. In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
Flow è l’eccezionale film di animazione in grafica computerizzata 3D (ma dal sapore fortemente artigianale) del regista lèttone Gints Zilbalodis, che riesce a creare una metafora allo stesso tempo cinematograficamente avvincente e filosofica raccontando in purezza, e con andamento incalzante, il flusso (questo significa “flow”) della vita che gli animali assecondano con saggezza e sano opportuno.
“Magnifico, lascia senza fiato. É il futuro dell’animazione” Guillermo del Toro
“Il gioiello che ha illuminato Cannes” Cinematografo
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€
(dal 13 giugno al 25 settembre)


Romeo è tenero e romantico, Valium folle e paranoico, Eros arrapato e sensuale, il Professore razionale e giudicante. No, non sono esseri umani, ma personalità che abitano la mente di Piero, insegnante di Storia e Filosofia recentemente divorziato e con una figlia piccola, intenzionato a rimettersi in gioco con le donne ma ancora scottato dalle delusioni del passato. Giulietta è romantica e sognatrice, Trilli istintiva e sexy, Alfa ideologica e disciplinata e Scheggia irrazionale e istintiva. E anche loro non sono persone reali, ma parti della personalità di Lara, la giovane donna single reduce dalla relazione infelice con un uomo sposato che vorrebbe un partner affidabile che l’aspetti sotto casa, e invece tende a cadere nella trappola di amori senza futuro.
Dopo Perfetti Sconosciuti, la nuova commedia di Paolo Genovese.
OMAGGIO A SEBASTIÃO SALGADO
(Minas Gerais 8 febbraio 1944 - Parigi 23 maggio 2025)


Magnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado, Il sale della terra è un documentario monumentale, che traccia l’itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell’artista, Il sale della terra è un’esperienza estetica esemplare e potente, un’opera sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro malickiano, intimo e cosmico insieme, è un oggetto fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio.
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Versione originale spagnola con sottotitoli


Programmazione:
Nota orario con (*):
Dopo quindici anni insieme, la regista Ale e l’attore Alex decidono di separarsi e organizzare una grande festa di separazione. L’idea, venuta al padre di lei, li esalta parecchio, tanto che iniziano a organizzare tutto insieme, ad avvisare gli amici e ad invitarli. Più ne parlano più sembrano convinti, per quanto la domanda ricorrente di tutti sia se davvero vogliano separarsi o se sia solo un modo come un altro per restare insieme. Nel frattempo i due stanno girando un film proprio su questo stesso tema.
È Volveréis dell’autore spagnolo Jonàs Trueba, figlio d’arte di Fernando, che per questo suo nuovo lavoro sceglie di citare esplicitamente non solo Stanley Cavell, con la sua teoria secondo cui «il cinema può renderci migliori», ma anche Søren Kierkegaard. Ne “La ripetizione” il filosofo scriveva: «L’amore della ripetizione è l’unico amore felice. La sua peculiarità è la beata sicurezza dell’istante». È l’amore che mette in scena, attraverso la routine – mai noiosa – dei suoi protagonisti Ale e Alex, due artisti del cinema che mentre realizzano un film scelgono un gran finale per la loro (vera) storia d’amore: «Come un matrimonio, ma al contrario».
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Anna è una veterinaria che, a causa della sua professione che svolge con amorevole cura, deve affidare da tempo il padre, a cui è affezionata, a una badante turca con la quale è in costante disaccordo. Il genitore invece la stimava al punto di averle lasciato in eredità il proprio letto che ha conservato dei segreti in comune. Anna si ritrova così ad accompagnare il letto ed Aysé in un viaggio che fa loro attraversare la penisola balcanica. Le avventure e le scoperte non mancheranno.
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Programmazione:
Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.
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Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Armando, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, “vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate”. E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che Sorrentino affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Armando con loro, “sono stati bellissimi e infelici”.
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Andrea Spezzacatena è un ragazzino studioso e disciplinato più attento a “fare felici gli altri” che se stesso. Ama i suoi genitori e il fratellino Daniele, adora passare le estati in Calabria dove sente di poter essere completamente se stesso. A scuola invece non è altrettanto facile: da un lato c’è l’amica Sara con cui Andrea trascorre ore serene, dall’altro Christian, “tanto bello quanto stronzo” come lo descrive Sara, il compagno di scuola che Andrea vorrebbe come amico e che invece lo tratta con indifferenza, quando non con crudeltà. Il salto dalle medie al liceo non affranca Andrea dalla presenza tossica di Christian, ripetente e frustrato, e dunque pronto a prendere Andrea come capro espiatorio. Il pretesto, per lui e per i bulli della scuola, è il paio di pantaloni rossi che la madre di Andrea, Teresa, ha stinto per errore e che sono diventati rosa. Andrea finirà per fare la scelta più dolorosa per uscire da una scena in cui è diventato un bersaglio, al punto che i suoi detrattori hanno creato un sito per metterlo alla gogna.
78° Festival di Cannes - concorso
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(dal 13 giugno al 25 settembre)


Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.


Quando un adolescente Palestinese resta ferito in uno scontro con soldati Israeliani durante una protesta, la madre ripercorre gli eventi che hanno condotto la famiglia fino a quel fatidico momento. Con un appassionante racconto che abbraccia tre generazioni, la donna svela le continue lotte di una famiglia Palestinese che non ha mai smesso di combattere per la propria identità, a partire dal 1948, quando suo nonno subì lo sfollamento da parte dell’esercito Israeliano.
CINEMA REVOLUTION - Tutti i film italiani ed europei a 3,50€


Il francese Maurice Ravel è un ragazzo con un orecchio speciale, che percepisce la musica ovunque, anche nei rumori meccanici di una fabbrica. La vita sulle prime non sembra sorridergli, viene escluso dal Prix de Rome per l’ennesima volta, si infortuna per via di una distrazione, tuttavia fa incontri che segneranno la sua vita e la sua carriera, come quello con Ida Rubinstein, Marguerite Long, Misia Sert e anche con l’America, dove conosce il jazz. Da una parte c’è il lavoro forsennato per la composizione definitiva del Boléro, dall’altra l’incombere della malattia neurologica, nel mezzo un processo creativo geniale, eppure profondamente distruttivo.
È un film maniacale e ossessivo, Boléro di Anne Fontaine. Liberamente tratto dalla monografia su Maurice Ravel di Marcel Marnat, mira a narrare la genealogia della celebre composizione del musicista da cui assume il titolo.